Oh mama! (prosa)

Giorgio Gaber

E quando sei li
In ascensore
Schiacci l'ottavo
L'ascensore sale
Lunghissimo
Le porte di metallo
Le pareti di metallo
Il soffitto di metallo
"E se si blocca?"
L'aria
Mi manca l'aria
Oh, mamma

E quando ti compri una bella macchina
Nuova, fiammante
E te la porti in un prato
E nel prato sei lì, tu e lei, soli
E te la lavi
E te l'asciughi
Oh, mamma

E quando vai in giro per la strada sul marciapiede
E per terra ci sono le giunture, le righe
"Non voglio calpestare le righe"
E allora metti il piede in un rettangolo
Poi in un altro rettangolo
Poi vedi che uno ti guarda
E fingi che ti faccia male un piede
Oh, mamma

E quando sei a letto la sera, tutto spento
Stai per addormentarti, ti viene un dubbio
"Il gas, avrò spento il gas?
Sai che non mi ricordo
Meglio andare a vedere
Allora ti alzi, accendi la luce, vai in cucina, guardi il gas
"Spento", bene
Torni in camera, spegni la luce, vai sotto le coperte, stai per addormentarti
"Ma avrò visto bene che è spento?"
Magari era così e io l'ho visto così, è un momento
Meglio tornare a controllare
Allora ti alzi, vai alla luce, vai in cucina, guardi il gas
"Spento, meno male"
Adesso io, lo apro, e lo spengo
E adesso sono sicuro che l'ho spento, giuro che l'ho spento
L'ho spento
Torni in camera, spegni luce, vai sotto le coperte
Ti alzi, luce, vai in cucina
Torni in camera, vai in cucina, torni in camera, vai in cucina
E alle cinque di mattina
Ti addormenti sul frigorifero
Col gas aperto
Oh, mamma

Ecco, quando si arriva a questi punti
Il gas, l'ascensore, le righe, qualcos'altro
Lo stesso insomma
Tutti c'abbiamo qualcosa
Da chi vai eh?
Chi ti salva?
Chi ti aiuta?
Il prete, lo stregone, lo psicologo, l'analista

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