Leggero (Intro)

[Strofa1]

Ho scritto un libro una volta che parla di un giovane che vuole far sapere al mondo intero della sua presenza, che mette anima e corpo in ciò che fa. Tutto senza alcun risultato concreto, senza una riconoscenza, solo con le sue pazze idee

E questo ragazzo pareva una rima
Su un foglio riempito da una mano mozzata
Ma lui stava zitto, con la testa china
Sentiva il richiamo di questa sua amata
Che a volte parlava ma ancor più ignorava
Coerente della colpa ma fiera del suo fare
Che a parlar di lei si mostrava a vantava
Ma i favori e l’amore non sapeva ricambiare
Avvolta da capi firmati e profumi di marca
E se non eri qualcuno non entravi alla festa
Lui è visto come un comune relitto in mezzo all’oceano
Ma quel ragazzo ha uno scrigno dentro la sua testa

Musica

Eccolo il nome di quella dannata
Di cui ti innamori e non ti stanchi mai
Per cui perdi forze migliaia di volte
Credendo in traguardi che non avrai mai
Questo ragazzo lo sapeva e fece il gioco contrario
Continuò con il suo modo di fare a testa bassa
Guardava furioso le feste che lei dava
Ma continuava in silenzio il suo operato
Si fermava a fissare il vuoto pensando se fosse la cosa giusta da fare
Se quei chili persi ne valessero veramente la pena
Arrivò il momento in cui si tolse i peli dalla lingua
E sfogò tutta la rabbia riversa sulla penna
E poi

[Outro]

E poi il lavoro era completato
E un titolo al libro fu dato
Era un ragazzo stremato dalla resa dei conti
Come quel corpo forte ma che alla fine muore

Leggero