Dell’uomo (e poi)

E poi fu la notte e il giorno e l'aria, il sole, la vita
Genesi oscura di un seme, fermento di forza infinita
E il passero spiega le ali appena scaldate dal sole
Si innalza a guardare lontano e aquila fu la sua prole
Costretto a vincere il tempo e le fiere
Per sopravvivere osasti l'ignoto
Creasti il mito e le dolci chimere per rendere tutti i giorni di vuoto
Il mito creato da te contro i forti per dare agli oppressi il riparo dai torti
Scopristi le terre ignorate per dare più spazio ai fratelli
Scalasti le vette dell'arte
Volasti assieme agli uccelli
Salisti su in alto nel cielo cercando altri mondi lontani
Rompesti per sempre quel velo violando gli spazi più arcani
Fu uomo chi diede la vita al progresso
Fu uomo chi vinse con piccola forza
Fu uomo chi seppe combatter se stesso
Fu uomo chi ruppe la ruvida scorza che copre l'amore, che cambia gli istinti
Spezzando gli spazi dai loro dipinti
E l'uomo creò un altro uomo generando da sempre se stesso
Regalando ai suoi figli quel dono che divenne man mano il progresso
E mettesti la macchina in moto, non sapendo che cosa facevi
Come il mago che sfida l'ignoto, innocente perché non sapevi...

Trivia about the song Dell’uomo (e poi) by Pierangelo Bertoli

When was the song “Dell’uomo (e poi)” released by Pierangelo Bertoli?
The song Dell’uomo (e poi) was released in 1975, on the album “Rocablues”.

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